Ludoteca
#03
MANDALAKI
essay it's a mine personal note
EN – The third appointment starts from a question: there's still a reason to keep design away from art in 2021?
We are pleased to reply to this question officially opening a new section of the gallery dedicated to keep focus on brand new languages of design.
Mandalaki is a Milan-based collective exploring the intersection between design, art and technology since its inception that brought them to the ‘Halo Project’, a device that aims to perceive the light no longer as a source of lighting but as a precise and defined projection that refers to the shades of the nature and the cognitive processes of the humans.
"Just as theatre, music and cinema were absorbed by the art system since the 1960s through exhibition projects in which the performances, the sounds and the videos opened the debate on the evolution of the meaning of the "artwork" itself, in 2021 also designers – who winked at the languages of art for several years – need a different approach able to relate technological and aesthetic research, increasingly oriented to unique pieces that cannot be replicated, with the art production now much more devoted to a proposal in which the human mistake is totally under control, overcoming the need to classify and to limit one discipline in relation to the another one." (Giorgio)
IT – Il terzo appuntamento scaturisce da una domanda: nel 2021 c'è ancora una ragione per tenere il design lontano dall'arte? Rispondiamo a questo domanda aprendo ufficialmente una nuova sezione della galleria dedicata ai linguaggi emergenti del design.
Mandalaki è un collettivo di base a Milano che sin dai suoi esordi esplora l’intersezione tra design, arte e tecnologia. Negli ultimi anni si è concentrato su una ricerca orientata sulla luce e gli strumenti di irradiazione di essa, che ha condotto lo studio alla creazione del progetto Halo. Un dispositivo che si pone l’obiettivo di percepire la luce non più come fonte di illuminazione ma come proiezione precisa, segno grafico definito che rimanda alle tonalità presenti in natura e ai processi cognitivi dell’uomo.
“Così come il teatro, la musica e il cinema furono assorbiti dal sistema dell'arte sin dagli anni Sessanta, attraverso progetti di mostre in cui la performance, il suono e il video aprivano il dibattito sull'evoluzione dell'opera d'arte, nel 2021 anche i designer, che sembrano strizzare l'occhio ai linguaggi dell’arte da diversi anni, necessitano di un approccio differente, in grado di mettere in relazione la ricerca tecnologica ed estetica, sempre più spesso destinata a pezzi unici non replicabili, con la ricerca dell’arte, ormai sempre più attenta a una deriva in cui l’errore umano è controllato al punto da diventare quasi assente, anche nei dettagli, superando una volta per tutte la necessità di classificazione e differenziazione di una disciplina rispetto all'altra." (Giorgio)
Credits:
Mandalaki
‘Quinta dimensione’, 2021
aluminium, glass, anodized iron, brass, electric circuit
courtesy the artist and Giorgio Galotti